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Cooler Master Seidon 120XL, AIO Extra Large ma non troppo - Seidon 120XL: analisi strutturale, ventole e rumorosità

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Seidon 120XL: analisi strutturale, ventole e rumorosità

 

La struttura del Seidon 120XL ricorda vagamente quella degli AIO Asetek, per la loro forma circolare. Il design è però proprietario e anche in questo caso Cooler Master ha voluto distinguersi dalla concorrenza. Asetek non è stata dello stesso avviso, portando Cooler Master in tribunale per presunta infrazione di brevetto. D’altra parte l’aveva già fatto in passato con CoolIt, quindi tali provvedimenti non ci meravigliano. Da notare la copertura del waterblock, che, seppur di plastica, presenta una particolare lavorazione con motivi funzionali e il logo Cooler Master impresso in bassorilievo.

Il Seidon 120XL presenta un radiatore da 120mm avente 38mm di spessore, una spaziatura delle alette di 1.55mm, uno spessore delle alette di 0.1mm, un numero di setti del radiatore pari a 13, una spaziatura dei setti di 0.8cm, una lunghezza dei tubi di 31cm ed infine di tolleranze a sinistra di 2.4cm e a destra di 1.97cm. Questo comporta un comportamento termico simile a quanto visto sul campo, con i modelli aventi uno spessore simile. In sostanza non si prevedono stravolgimenti della situazione, quindi la differenza potrebbe essere tale in relazione alle ventole, fermo restando le diversità nella base e nel sistema di montaggio, ed ovviamente pompa e tubazioni.

 

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Il dissipatore, per chi non conoscesse la tipologia in questione, si presenta come un corpo dissipante della larghezza ed altezza grossomodo di una singola ventola da 120mm, questo significa che sarà compatibile con la quasi totalità dei case ATX. Dal radiatore partono due tubi contenenti del liquido refrigerante, sostanzialmente acqua e sostanze sia anticorrosive che antibatteriche o fungine, che finiscono la loro corsa all’interno di una struttura circolare che funge sia da waterblock che da pompa. Diversamente da altre soluzioni in commercio in questo caso, essendo una soluzione avente un MSRP contenuto, non c’è nessun controllo diretto via software grazie ad un connettore USB di controllo della pompa, che avrebbe quindi permesso le regolazioni precedentemente menzionate. Questi connettori sono presenti su modelli di fascia elevata, quali ad esempio Corsair H100i, mediante determinati software in dotazione.

 

Radiatore, superficie dissipante e tubi

Avendo già fatto presenti le specifiche tecniche e molti dettagli approfonditi, che difficilmente potete trovare in altre recensioni anche di calibro mondiale, vi mostriamo alcuni dettagli del modello. Vi mostriamo alcune fotografie del radiatore e dei dettagli strutturali:

 

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Partendo da questi presupposti analizziamo la struttura stessa del radiatore. La struttura è classica, quindi molto robusta, presenta 4 fori per lato per l’installazione di massimo due ventole da 120mm. Le alette sono leggermente più spaziate rispetto ad altri modelli della concorrenza, il che giova a bassi flussi d’aria, però dato lo spessore complessivo del radiatore, come già preventivato qualora fossero utilizzate delle ventole potenti, la situazione permetterà un interessante decremento di temperature sotto carico con ventole potenti; 38 mm non sono affatto pochi e radiatori simili rappresentano allo stato attuale il non plvs vltra per radiatori con AIO con alette in alluminio.

I tubi sono di una tipologia simile ai vecchi modelli Corsair, sebbene ciò sia vero in parte. La lunghezza è quasi due volte tanto ed inoltre la flessibilità sembra essere leggermente migliore, per via di una più robusta implementazione delle tubazioni ruotabili. Il diametro dei tubi, reale, è leggermente inferiore a quello che potete osservare direttamente all’esterno, anche se non è chiaro se sia presente una tubazione interna che non permetta quindi al fluido interno di sbattere contro le insenature radiali del tubo stesso. Sarebbe necessario segarlo in due, e si comprende chiaramente che ciò non è ovviamente possibile ai fini della recensione. Facciamo presente che c’è un meccanismo di inserimento dell’acqua nel radiatore, tramite un tubo collettore svitabile. Qualora fosse aperto però la garanzia verrebbe invalidata e data la caratteristica di questi modelli che permette la mancanza di una periodica manutenzione, è assolutamente sconsigliabile aprirla. E’ possibile che serva per fini di riparazione o test pre-vendita o assemblaggio. In sostanza quindi siamo dinanzi ad una soluzione che si differenzia dalle precedenti, certamente più economica delle soluzioni Eisberg, ma di buona qualità. Qualche fotografia dello spessore con le ventole:

 

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NOTA AIO: la tipologia, essendo molto diversa dai comuni dissipatori a torre, dovrebbe permettere in linea teorica di ottenere performance di dissipazione davvero molto elevate, se non addirittura al massimo possibile. Un radiatore di questo spessore per la sola CPU potrebbe arrivare a gestire un carico di lavoro pari e superiore a 250W, con il giusto connubio di ventole (caso estremo). Dissipatori a torre, per ottenere performance simili, devono essere o di dimensioni gigantesche, oppure di un materiale con più elevata dispersione termica, quale ad esempio il rame. Questo fù il caso, ad esempio , del Thermalright TRUE Copper, dal peso di due kilogrammi circa ; un tale peso può essere in grado di spaccare completamente il socket di una scheda madre, se in posizione verticale. Non è questo il caso con dissipatori AIO, che quindi non portano minimamente a nessuna deformazione del PCB della scheda madre, a patto che vengano installati come da manuale.

 

Waterblock, base di contatto

 

La base presenta della pasta termica preapplicata, di buona qualità ma con uno spessore forse troppo elevato rispetto al giusto quantitativo che siamo soliti applicare. Il contatto comunque sarà adeguato, sebbene però sia preferibile un sistema del tipo Corsair H100i, che presenta un contatto decisamente migliore.

NOTA APPLICAZIONE: facciamo presente che per la stesura delle nostre recensioni qualsiasi pasta termica preapplicata viene levata, e viene spalmata della Arctic Cooling MX-4, con un metodo standard e con un sottilissimo strato che massimizzerà quindi le performance teoriche dell’unità. Con i dissipatori AIO inoltre viene spalmato un sottile strato pre-applicazione nella parte centrale, al fine di colmare i gap di basi non perfettamente rifinite, come nel caso dei dissipatori HDT a contatto diretto.

Vi mostriamo alcune fotografie della base di contatto e dell’installazione, che quindi è standard per tutti i dissipatori di questa tipologia:

 

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NOTA QUALITA’ BASE:  una base di contatto che abbia un’elevata efficienza di dissipazione termica richiede una qualità intrinseca della superficie di scambio molto elevata. Ciò è possibile con procedure di lavorazione della base avanzate, che permettano di minimizzare le discrepanze orizzontali della base, che vengono colmate dalla pasta termoconduttiva. In questo campo viene utilizzato il termine “lappatura”, che quindi rappresenta proprio la qualità finale di questo processo. Con il termine “finitura a specchio” si indica invece una particolare lavorazione che porta ad avere una superficie di contatto perfettamente lucida, che rispecchia quindi la luce senza produrre deformazioni locali. Viene ottenuta con tecniche di lavorazione che utilizzano superfici abrasive molto sottili ed è comune in diversi marchi molto famosi, quali Scythe ad esempio.

 

Ventola/e in dotazione e rumorosità

Riportiamo i dati effettivi di rotazione delle ventole, ricordiamo inoltre che sono sensibili ad una variazione del 10%. A titolo informativo riportiamo il metodo di conversione tra portata in CFM e in metri cubi orari: m^3/h = CFM / 0.589

NOTA MISURAZIONI DELLA CASA MADRE: non sono da considerare i valori di targa perché non sono note le procedure di campionamento, quindi commentiamo solo ed esclusivamente quanto visto in prima persona, ma soprattutto quanto valide sono le performance sui dissipatori. Questo discorso vale sia per il CFM che per l’analisi in dBA. Noi testiamo direttamente la rumorosità e vi rimandiamo al capitolo dedicato alla descrizione della strumentazione utilizzata. Il CFM quindi è un parametro soggetto a molta diversità, e che può essere comparato solo con modelli della stessa casa produttrice.

 

ventole

 

I due modelli forniti in bundle sono molto validi, sebbene a livello prestazionale riescano ad attestarsi ai livelli della concorrenza, senza eccellere o distanziarsi eccessivamente. Il target di posizionamento sul mercato ha comunque permesso di inserire due discreti modelli, che in un certo senso sembrerebbero essere leggermente meno rumorosi di quelli presenti nell’AIO Antec 920 V4. Ovviamente sono PWM quindi liberamente configurabili. Lo sleeving inoltre è eccellente.

 

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Rumorosità

Senza perderci in inutili feeling personali, vi invitiamo a visionare il valore di dBA dal grafico dei risultati del test di carico termico, e trarre le vostre conclusioni. Sappiate che la velocità di rotazione della/e ventola/e, essendo queste ultime PWM, è perfettamente configurabile quindi anche qualora non si fosse in possesso di un fan controller. Al massimo del regime sarà una soluzione decisamente rumorosa, sebbene comunque ci siano modelli della concorrenza più molesti. A bassi RPM c’è un leggero ticking, il che deriva dalla tipologia del motore ed un chiaro indice infatti è l’MTBF leggermente migliore di quello ordinario. Ne vengono fornite due nella confezione, hanno un sistema di blocco discreto, anche se però una volta assemblate non si bloccheranno perfettamente (è possibile che sia un difetto del nostro sample da recensione quindi vi invitiamo a controllare). Data la presenza dei disaccoppianti in gomma, non c’è nessun problema. Consigliamo di tenere il dissipatore in un range intermedio, al fine di bilanciare prestazioni e rumore.

 

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