Ciao Mondo 3!

asus-maximus-v-extremePunta di diamante, ammiraglia nonché espressione massima ASUS nell’ambito delle piattaforme con socket 1155, la Maximus V Extreme è stata realizzata con un unico obiettivo: essere utilizzata e resistere a sistemi di raffreddamento quali Phase Change, Cascade, Azoto liquido ed all’occorrenza Elio per spingere all’estremo i componenti quali il processore e le schede video. Indispensabile per primeggiare tra le classifiche mondiali di overclock estremo, non disdegna comunque overclock più leggeri di cui si accontenteranno gli utenti enthusiast che non sanno rinunciare al massimo disponibile sul mercato (per i quali tuttavia ASUS propone la più adeguata Maximus V Formula). La Maximus V Extreme, familiarmente chiamata MVE o M5E dai più appassionati, è quindi più votata agli utenti più temerari, che di giorno in giorno sfidano la sorte portando a lavorare l’hardware del PC ben oltre i valori di specifica.

 

 

 

 

Di seguito vi proponiamo la comparativa tra Maximus V Extreme oggetto della nostra recensione e le 2 sorelle di fascia alta della serie ROG che differiscono sia per caratteristiche che dotazione, ovvero la già recensita Maximus V Formula e la piccola Maximus V Gene.

 

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Se guardiamo il layout della Maximus V Extreme e le sue peculiarità, notiamo che le differenze con la sorella Maximus V Formula, orientata più per l’ambito gaming, sono notevoli. Sono assenti sia il sistema Termo-Fusion che la sezione audio più evoluta garantita dalla presenza del chip SupremeFX IV. Ma a conferma della sua vocazione, troviamo la presenza del sistema Subzero Sense che consiste di ben due Termometri digitali con relativi attacchi a cui applicare due sonde per monitorare con estrema precisione le temperature sotto zero di due punti prestabiliti. Non poteva mancare la OC KEY, presentata per la prima volta in bundle con la Rampage IV Extreme, la cui utilità è fuori discussione poiché permette di mantenere a video ed in sovraimpressione, senza disturbare le sessioni di benchmark, i principali valori del BIOS quali tensioni, temperature, moltiplicatori, frequenze e quant’altro.

 

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Dalla serie ROG, a cui appartengono non solo schede madri, si evince che ASUS è un produttore di fama mondiale nel settore IT, con un catalogo che spazia dai monitor, ai notebook fino a componenti più specifici per la realizzazione di PC ad alte prestazioni. Produttore Taiwanese, nasce nel 1989 con l’obiettivo di distinguersi nel settore del Consumer Electronics dapprima con prodotti quali componenti hardware, per proseguire poi con prodotti per gaming, dedicati alla comunicazione, estendendo infine la sua gamma produttiva al settore Business. Analizziamo insieme le caratteristiche intrinseche della Maximus V Extreme.

 


 

Caratteristiche esclusive principali

 

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Feature quali OCKEY, oppure la schedina add-on combo mPCIe, offrono un valore aggiunto alla Maximus V Extreme. SI può notare l’imponente dissipatore dei VRM attorno al socket, in grado di smaltire correttamente il calore prodotto, grazie all’Heatpipe collegata. Il sistema Extreme Engine Digi+ II controlla in modo preciso l’erogazione delle molteplici tensioni applicate al processore e ad altri moduli connessi al sistema, come per esempio le memorie. Queste ultime possono essere spinte tramite gli appositi moltiplicatori fino alla frequenza di 2800MHz. Ma vediamo in dettaglio cosa offre una delle feature che accompagnano la serie ROG di punta di casa ASUS:

 

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Come si può notare dalla foto, la OCKEY, se connessa in serie tra la scheda video ed il monitor e collegando il cavetto bianco USB apposito, riesce a mostrare a video in sovrimpressione i principali valori di tensione, frequenze e temperature del sistema, intervenendo all’occorrenza su di essi in tempo reale. In tal modo è possibile per esempio abbassare la frequenza della CPU durante la massima sollecitazione per evitare crash del sistema e rimanere quindi in ogni momento sempre al limite delle prestazioni.

 

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ASUS ha inserito sulle sue schede madri di punta la tecnologia di nuova generazione Intel Thunderbolt I/O. In pratica consiste in una connessione ad altissima velocità in grado, a titolo di riferimento, di raddoppiare la velocità di picco dell’USB3.0. Si possono connettere fino a 6 dispositivi in cascata senza l’ausilio di uno switch e consente inoltre di collegare monitor con interfaccia Display Port.

 

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VGA Hotwire è una tecnologia che permette di overvoltare con accuratezza la propria scheda video in tutta sicurezza, senza pericolo alcuno per il sistema. Tale tecnologia si può ovviamente sfruttare soltanto su schede video ASUS compatibili, come ad esempio la recente GTX 680 DCII Top, recensita poco tempo fa. A mezzo della tecnologia Subsense Zero è possibile avvalersi dei 2 termometri integrati nella Maximus V Extreme e leggere con precisione la temperatura anche di parecchi gradi sotto zero.

 

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Grazie alla schedina combo mPCIe è possibile collegare un disco SSD mSATA per utilizzarlo come drive di cache e velocizzare in questo modo gli accessi a dischi meccanici su cui è installato il sistema operativo. La schedina incorpora anche le connessioni Wireless tramite i protocolli Wi-Fi e Bluetooth 4.0. Beneficiando della tecnologia ROG Connect è possibile monitorare e comandare i parametri del BIOS come tensioni e frequenze per applicarle in tempo reale tramite una semplice interfaccia software installata su un PC/Notebook esterno connesso alla scheda tramite un cavo USB fornito in bundle.

 

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Componentistica giapponese di prima qualità unita ad un sistema a controllo digitale delle tensioni, creano maggiore stabilità operativa nonché una maggiore durata nel tempo.

 

 

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Beneficiando della tecnologia Lucid MVP di recente introduzione è possibile aumentare l’efficienza e le performance della scheda grafica discreta fino al 60%. Ciò è possibile perché il carico di lavoro della scheda video viene smistato in parte sulla iGPU integrata nel processore. Questo rende le sessioni di gioco più fluide, anche le più impegnative dei giochi di ultima generazione. Automaticamente quando le richieste elaborative si riducono, i valori dei consumi globali del sistema vengono ridotti, rendendo il sistema più rispettoso dell’ambiente. Occorre precisare che l’incremento di prestazioni spesso sbandierato con Lucid MVP è solo fittizio, specialmente se parliamo in termini di FPS. Il software Lucid MVP ha infatti l’obiettivo di mantenere il V-Sync tra monitor e scheda video, ovvero di ottenere un numero di FPS pari alla frequenza di refresh del monitor, in modo da eliminare il fenomeno del tearing. Nel caso in cui la scheda video sia più veloce del monitor, i frame in eccesso non vengono renderizzati, permettendo un risparmio sul carico computazionale. Viceversa, se la GPU non riesce a stare al passo con il monitor, Lucid MVP evita di renderizzare frame che sarebbero incompleti, evitando il fenomeno del tearing. Il compito della GPU integrata è quindi quello di intercettare le chiamate per il rendering di frames alla GPU discreta, decidere quali frame renderizzare ed infine mostrare a schermo l’output ottenuto. La maggior parte dei benchmark non sono in grado di rilevare questi frame non renderizzati quindi se rilevano un incremento di prestazioni esso è solo fittizio. Si può comunque parlare di un incremento nella reattività del sistema, in particolare per le periferiche di input come mouse o tastiera che non sono più limitate dalla GPU discreta, poiché Lucid è in grado di accogliere le richieste senza attendere che il frame sia renderizzato.

 

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Perché scegliere, quando è possibile avere il sistema compatibile con entrambi gli standard? Con la ROG Maximus V Extreme, grazie al chipset Z77, è possibile installare sia schede AMD che NVIDIA per avere dei dettagli video ai massimi livelli.

 

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La Maximus V Extreme, dotata di socket LGA1155, supporta i processori di ultima generazione Ivy Bridge, con processo produttivo a 22nm, nonché la famiglia di seconda generazione Sandy Bridge con processo produttivo a 32nm. Le prestazioni grafiche sono garantite da slot PCI-Express 2.0 / 3.0 e dal doppio canale (4 DIMM) compatibile con il controller integrato nel processore.

 

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Dotata dell’ultimo standard dei bus PCI-Express, la Maximus V Extreme offre una larghezza di banda per un collegamento a x16 di picco fino a 32 GB/s, ben il doppio dello standard precedente, per un’esperienza di gioco senza precedenti. Ricordiamo che la velocità effettiva dipende dalla CPU utilizzata e dalla compatibilità della/e scheda/e video utilizzate nel sistema.

 

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La Maximus V Extreme adotta l’ultimo chipset di casa Intel, progettato per supportare al meglio le CPU Ivy Bridge.

 

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Tra il software in dotazione troviamo il miglior Antivirus come soluzione personale dotato delle tecnologie più avanzate in questo settore, oltre alla migliore soluzione che consente di emulare dispositivi ottici cosi da lavorare con le copie virtuali generalmente più veloci perché risiedono direttamente sull’hardisk.

 

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In bundle vengono offerte due versioni personalizzate del noto tool della CPUID per monitorare i parametri di frequenza e tensione del processore installato nel sistema, nonché delle caratteristiche di RAM e scheda madre. Oltre a questo, con l’ausilio di Mem TweaKit è possibile sia leggere con precisione ed in modo globale i timing di lavoro delle RAM, sia variarli direttamente da Windows.

 


 

Specifiche tecniche

 

In quanto a specifiche tecniche vi proponiamo il dettaglio che è possibile trovare anche sul sito globale del produttore

 

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Packaging e bundle

 

Vediamo insieme come si presenta la confezione e cosa nasconde il layout della Maximus V Extreme.

 

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Molto elegante eal contempo robusta, la confezione è ormai riconoscibile dal colore caratteristico della serie ROG. Classica anche l’apertura a libro, con abbondanza d’informazioni che danno un’idea ben precisa del livello di hardware che abbiamo davanti.

 

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L’accuratezza del bundle che troviamo nella Maximus V Extreme è pari solo alla cura verso i dettagli (anche i più semplici) che troviamo aprendo la confezione.

 

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Della OC-KEY e del prezioso aiuto che ci offre tale accessorio ne abbiamo parlato nelle precedenti pagine. Collegandolo in serie tra il monitor e l’uscita della scheda video riusciamo ad avere a schermo in sovraimpressione con l’effetto tipo trasparenza i principali parametri di funzionamento del sistema. In tal modo possiamo intervenire in tempo reale su di essi per mantenere anche nelle sessioni critiche il sistema stabile.

 

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Obbligatori in ogni bundle che si rispetti, troviamo il manuale nonché il bracket/pannellino posteriore ed il DVD con i driver ed il software. A completare e rendere ricco il bundle sono presenti i bridge per la configurazione in SLI/CrossFireX delle VGA nel nostro sistema. Lodevole la presenza di bridge 4-way e 3-way che ci danno l’idea delle potenti configurazioni supportate dalla Maximus V Extreme.

 

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Come anticipato nei paragrafi precedenti, grazie alla schedina combo mPCIe, è possibile collegare un disco SSD mSATA per utilizzarla come drive di cache e velocizzare in questo modo gli accessi a dischi meccanici per il sistema operativo. La schedina incorpora anche le connessioni Wireless tramite i protocolli Wi-Fi e Bluetooth 4.0.

 

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In alto a destra è presente una staffa per replicare all’esterno 2 porte USB2.0 ed 1 porta eSATA. Oltre ai numerosi cavetti interni SATA, troviamo gli adattatori per i puntali per il multimetro, per la lettura delle tensioni e 2 adattatori per la connessione dei vari cavetti provenienti dal pannellino frontale dello chassis.

 

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Alla sinistra il cavo USB maschio/maschio per le funzionalità ROG Connect della scheda madre ad un altro sistema. Sullalla destra, le due antenne WiFi e Bluetooth 4.0 da collegare alla schedina combo mPCIe.

 

 


 

Primo contatto

 

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Lasciamo il bundle, per concentrarci ora sulla vera protagonista di questa recensione: la Maximus V Extreme. Il layout è studiato e molto ordinato. La prima metà superiore della scheda ospita il socket LGA1155 per il processore, gli slot delle memorie ed il grosso dissipatore che, unito alla tecnologia ad Heatpipe, raffredda sufficientemente i bollenti spiriti dell’efficiente sistema digitale Extreme Engine Digi+ II. Nella seconda metà inferiore trovano posto gli slot di espansione delle schede PCI-Express, i connettori per le porte SATA e i vari attacchi disposti lungo la base per replicare sullo chassis i vari connettori USB/Audio.

 

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Nella parte sottostante, troviamo in evidenza la staffa di ritenzione, quella del dissipatore nonché le varie viti che fissano sul PCB le restanti flange del sistema dissipante basato su Heatpipe.

 

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La foto della zona socket mostra al centro il socket LGA1155 nonché i vari condensatori selezionati a stato solido di fattura nipponica e dall’affidabilità e resistenza fino a 5 volte quella dei normali componenti. I severi test a cui vengono sottoposti li garantiscono fino a 10.000 ore di funzionamento a 105°C. Le componenti sono inoltre testate per funzionare a temperature sotto lo zero ed evitare i fenomeni di cold bug.

 

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La Maximus V Extreme adotta un sistema di alimentazione maggiorato, a controllo totalmente digitale. Il sistema DIGI + II gestisce 8 fasi per la CPU, 4 fasi dedicate alla iGPU integrata nel processore e 2 fasi per la memoria. Ecco quindi che trova giustificazione il tipico connettore ad 8 Pin ed un secondo connettore a 4 pin, in modo da non avere colli di bottiglia in configurazioni particolarmente spinte sotto azoto. Le fasi di alimentazione sono di tipo classico, ovvero in configurazione a triplo mosfet in luogo degli integrati DriverMosfet. Questi ultimi sono generalmente più efficienti ma probabilmente meno robusti della controparte discreta. D’altra parte, la scelta di ASUS è giustificata dagli inconfutabili risultati che riesce ad ottenere ogni anno.

 

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L’insieme delle porte I/O è sufficientemente completo da soddisfare l’utente più esigente. Partendo da sinistra e solo sul modello Extreme troviamo di serie il connettore Thunderbolt. E’ basato su una tecnologia sviluppata da Intel nota in precedenza con il nome Light Peak, ed èin grado di collegare una vasta gamma di dispositivi, similmente allo standard USB ma che al contrario di quest’ultimo è in grado di arrivare a trasferire fino a 10 Gbit/s per canale. La porta Thunderbolt può essere utilizzata anche per collegare monitor tramite l’interfaccia DisplayPort e permette ci collegare più dispositivi in cascata. Proseguendo troviamo il connettore multipin che ospita la schedina combo mPCIe. A seguire, il blocco con i due utilissimi tasti del ClearCMOS e quello di attivazione del Rog Connect. Subito dopo, il blocco delle 4 porte USB 2.0 di cui quella di colore bianco è utilizzata anche per connettere un secondo personal computer tramite l’apposito cavo USB Maschio-Maschio. Tramite la tecnologia Rog Connect, il secondo terminale può essere utilizzato per monitorare ed intervenire su  molte delle impostazioni di frequenza e tensione in tempo reale. Le funzionalità della porta USB bianca non finiscono qui: può essere infatti utilizzata per le operazioni di flashing del BIOS tramite memory stick, a sistema spento. Nel blocco successivo troviamo la porta Ethernet in standard Gigabit e 2 porte USB 3.0 servite dal controller ASMedia. Il blocco successivo serve a portare all’esterno il segnale video digitale tramite le porte HDMI e Display Port. Oltre a questo troviamo anche una porta S/PDIF out (Sony / Philips Digital Interconnect Format). Sul blocco successivo troviamo una porta PS2 mista per tastiera/mouse ed altre 2 porte USB 3.0 servite però dal controller Intel. Per finire il blocco dedicato ai segnali audio.

 

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In questa macro, troviamo il chip ASM1442 che gestisce la codifica del flusso video digitale.

 

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Possiamo osservare il connettore EZ-PLUG che fornisce alimentazione aggiuntiva alle schede video, per configurazioni particolarmente spinte (Multi-VGA). Abbiamo poi, oltre ai 2 connettori neri a 4 pin per l’alimentazione di ventole, il connettore bianco a 4 pin riservato al modulo OC-KEY da utilizzare con l’apposito cavetto.

 

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Nella foto di sinistra abbiamo il controller ASM1042 dell’Asmedia che fornisce connessioni USB 3.0, mentre nella foto di destra troviamo il controller Audio Multicanale (7.1 + 2) ALC898 in grado di gestire flussi audio protetti come quelli utilizzati nella tecnologia Blu-Ray / HD-DVD.

 

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Nella macro possiamo osservare i 2 switch ASM1480 da 16 e 8 canali che gestiscono le chiamate tra i vari connettori del bus PCI-Express.

 

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Altro chip importante, lo Switch PCI Express 2.0 PEX8608 realizzato da PLX technology, in grado di fornire linee PCI-Express aggiuntive per sopperire alle limitazioni del chipset Z77 che è in grado di fornire un solo link x8. La ricca dotazione di porte SATA 6 e USB 3 aggiuntive, nonché lo slot PCI-E x4 e la porta Thunderbolt richiedono un numero maggiore di linee che vengono quindi ripartite tramite questo switch.

 

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Tale switch non è da confondere con il ben più importante  switch PCI Express 3.0 PEX 8747, già visto nella G1.Sniper 3, nascosto sotto al logo ROG. Come molti ricorderanno, le CPU Ivy bridge dispongono di sole 16 linee PCI Express, che limiterebbero le capacità grafiche della scheda ad un mero 2-way SLI. L’utilizzo di questo chip permette l’implementazione del 4-way SLI ripartendo le linee disponibili tra i 5 slot PCI Express 3.0. La gestione delle linee è diametralmente opposta a quanto visto nella G1.Sniper3. Tramite l’utilizzo di 2 switch aggiuntivi più semplici, il chip PEX 8747 è bypassato fino al 2-way SLI, mentre entra in gioco quando si collegano più di due schede video. I vantaggi sono evidenti in tutti gli scenari a singola e doppia scheda: le latenze introdotte dal chip di produzione PLX rallentano le prestazioni grafiche rispetto all’utilizzo nativo delle linee. Inoltre il chip potrebbe introdurre qualche limitazione nell’overclock del BCLK, cosa che sarebbe decisamente sgradita a chi acquista una scheda madre del genere. Lo scotto da pagare sono prestazioni che potrebbero essere leggermente inferiori nel 3-way o 4-way SLI, che anche gli utenti enthusiast accetteranno di buon grado.  ASUS permette dunque le seguenti configurazioni:

  • 5 x PCIe 3.0/2.0 x16 (x16 o due x8 o x8/x16/x8 o x8/x16/x8/x8)
  • 1 x PCIe 2.0 x4
  • 1 x mini-PCIe 2.0 x1

 

La vasta popolazione di slot PCI Express 3.0 potrebbe creare qualche confusione su come posizionare le schede video per ottenere le migliori prestazioni. Ecco quindi i consigli di ASUS:

  • Singola scheda video: Primo slot, x16 nativo
  • 2-way: Primo e terzo slot (nero), x8/x8 nativo; da notare che la maggiore distanza permette installazione di schede triple slot
  • 3-way: Primo, secondo e quarto slot, x8(nativo)/x16(PLX)/x8(PLX)
  • 4-way: Primo, secondo, quarto, e quinto slot, x8(nativo)/x16(PLX)/x8(PLX)/x8(PLX)
  • Il retro della scheda madre ci permette di notare (tramite il numero di saldature) che soltanto i primi due slot sono x16, uno dei quali è però connesso al chip PLX.

 

Come anticipato prima, grazie alla presenza del chip PEX8747, sono aumentati il numero di canali PCI-Express, senza inficiare sulla larghezza di banda dei dispositivi USB3.0 o SATA.

 

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Il connettore AAFP dedicato a replicare all’esterno sullo chassis il Front Panel Audio. A seguire il connettore SPDIF/Out per l’uscita ottica del segnale audio.

 

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Una porta e-SATA3 a 6Gb/s per la connessione rapida di dispositivi che utilizzano tale standard.

 

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Uno dei tanti attacchi per ventole a 4 pin ed a seguire 2 connettori (neri) per un totale di 4 porte USB 2.0. In rosso il connettore per 2 porte USB 3.0 da replicare sull’esterno dello chassis. OPT_FAN1 e OPT_TEMP1 che collegati ad appositi sensori installati su parti critiche del sistema sono in grado di monitorare la temperatura ed agire di conseguenza aumentando i giri di rotazione della/e ventola/e o avvertendo a mezzo di popup l’utente. Come in tutte le schede, il PANEL con l’insieme dei pin di avvio, reset, led, etc. da collegare sul pannello di controllo dello chassis. Con il pulsante BIOS_SWITCH possiamo scegliere con quale BIOS avviare il sistema (il BIOS attivo è indicato da apposito led sul PCB).

 

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La macro dei chip NUVOTON NCT6779D per il monitoraggio delle tensioni e temperature di sistema, ed ASMEDIA ASM1042 per la disponibilità di ulteriori linee USB 3.0.

 

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Partendo da sinistra abbiamo l’insieme di 8 porte SATA suddivise dalle prime 4 in standard SATA3 a 6Gbps servite dal controller ASMedia, mentre le successive 2 sempre in standard SATA3 e le ultime nere SATA2 3Gbps sono comandate dal chipset Intel. La Maximus V Extreme supporta configurazioni RAID software di tipo 0, 1, 5 e 10. E’ supportata anche la tecnologia Intel Smart Response, Intel Rapid Start Tecnology e Intel Smart Connect. Sulla sinistra troviamo 2 attacchi per sonde in modo da monitorare tramite Subzero-Sense, BIOS oppure TurboV EVO le temperature sotto zero durante le sessioni di bench avanzato.

 

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In primo piano, un altro connettore USB 3.0, mentre alla sua destra l’attacco E-ATX POWER a 24 pin per l’alimentazione principale della Maximus V Extreme. Oltre alla classica pila a pastiglia per il mantenimento delle informazioni nella CMOS, possiamo notare altri connettori per il monitoraggio delle temperature di cui abbiamo parlato in precedenza.

 

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Eccoci nella zona più amata dagli overclockers e dagli hardcore Gamers. Troviamo non solo i classici pulsanti di accensione e reset della serie di Mainboard ROG, ma anche gli inserti per la lettura delle singole tensioni tramite Multimetro che non sono semplici punti da toccare con i puntali dello strumento dove si fa fatica per tenerli fermi. Distinguiamo, inoltre il multi-switch per l’esclusione di schede video (non funzionanti o che vogliamo semplicemente disabilitare a fini di test), installate sui corrispondenti slot PCI Express e l’utilissimo display a 2 cifre per la diagnostica in fase di boot. Di aiuto per chi opera sotto azoto, l’interruttore LN2_MODE che avvia a frequenza ridotta il sistema prevenendo i crash. Abbiamo ancora alla base del connettore E-ATX i led che indicano la sequenza di avvio, il pulsante GO BUTTON che aiuta ad avviare il sistema in caso di problemi con le memorie. Terminando, per i professionisti del settore abbiamo i connettori VGA_OV2 e VGA_SENSE2 per collegare 2 cavi da saldare in punti strategici sulla VGA onde effettuare un overvolt della stessa mirato e preciso.

 

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La Maximus V Extreme è in grado di sfruttare fino ad un massimo di 32GB (4x8GB) di memoria DDR3 e spingerla ad una frequenza di 3200MHz. Ovviamente i profili XMP per il settaggio automatico delle memorie sono supportato. Il ritardo nell’uscita rispetto alle altre schede madri Z77 ha inoltre permesso di affinare la tipologia di connessioni verso i moduli DRAM, che sulla carta dovrebbe permettere maggiori overclock rispetto alle altre schede ROG. Passiamo adesso ad analizzare il BIOS e la sua architettura.

 

 


 

BIOS

 

Il lavoro svolto da ASUS sull’interfaccia grafica del BIOS della Maximus V Extreme è notevole. L’impatto estetico nonché la sistematicità delle varie voci aiuta la comprensione per gli addetti ai lavori.

 

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La navigazione all’interno del BIOS è possibile anche con il solo ausilio del mouse. L’ambiente si suddivide in 6 sezioni. La più ricca, sia per voci, ossia settings al suo interno, che per tipo d’impatto, è la sezione Extreme Tweaker nella quale si naviga e si agisce per overcloccare il sistema.

 

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Ci si può affidare al sistema, scegliendo la frequenza target tramite il menu CPU Level Up, oppure manualmente tramite la voce nel menu Ai Overclock Tuner.

 

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Il settaggio della frequenza operativa della memoria può raggiungere la ragguardevole velocità di 3200 MHz tramite i relativi moltiplicatori. Le sotto-voci relative ai Timing non mancano e mostrano la completezza del BIOS, in grado di soddisfare anche i professionisti.

 

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È possibile intervenire sulla sezione di alimentazione, sull’erogazione dei voltaggi e sui parametri di stabilizzazione degli stessi, tramite la LoadLineCalibration.

 

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Nella sezione Advanced si trovano le impostazioni relative alle tecnologie di risparmio energetico della CPU nonché sul Ratio o meglio il rapporto di moltiplicazione che agisce direttamente sulla frequenza finale.

 

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Ancora negli screen a seguire s’interviene sui vari Settings relativi ai dispositivi di storage nonché alle porte di comunicazione con le periferiche esterne.

 

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È possibile anche impostare le periferiche integrate nella motherboard piuttosto che i vari controller USB/SATA integrati.

 

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Nella sezione successiva, Monitor, è possibile leggere in tempo reale i parametri vitali del sistema ed intervenire sui controlli di questi ultimi.

 

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Nella sezione Boot andiamo a scegliere con quale dispositivo/periferica connessa al sistema avviare il sistema

 

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Nell’ultima sezione Tool troviamo degli utili strumenti come l’ASUS EZ Flash 2 con cui possiamo aggiornare il BIOS piuttosto che salvare la sua configurazione nell’ASUS O.C. Profile oppure leggere le informazioni contenute nel chip SPD e non ultima configurare il BIOS per la modalità Go Button richiamabile con l’apposito tasto.

 

 


 

Sistema di prova e Metodologia di test

 

I test eseguiti sulla Maximus V Extreme sono volti a verificare la stabilità della scheda a frequenze d’uso comune,  a verificarne la qualità e la competitività sul mercato ed a valutarne la stabilità della stessa sotto stress anche in overclock. Su quest’ultimo punto rileveremo le tensioni con un multimetro digitale tramite i punti di lettura disponibili sul PCB e verificheremo la stabilità delle tensioni sotto carico. Ci avvarremo di un termometro digitale della Voltcraft mod. K101 per rilevare le temperature dei dissipatori passivi della zona socket con il sistema sotto overclock onde verificare l’efficacia. Di seguito i componenti utilizzati per i test:

 

 

Sistema di Test

 

Per rendere i risultati più interessanti sul piano della validità del prodotto, li abbiamo comparati con altre schede madri della stessa tipologia, oggetto di precedenti recensioni. La comparazione è possibile perché l’hardware utilizzato è lo stesso, come pure il chipset in dotazione. Nelle conclusioni terremo ovviamente conto della fascia in cui si colloca il prodotto in relazione al prezzo.

 


 

Test Sintetici

 

Ultimo benchmark prodotto da FutureMark, che richiede la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 11.  La software house sviluppatrice afferma che i test sulla tessellation, l'illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. 3DMark 11 Advanced Edition permette di impostare tre modalità di benchmark in DX11, Performance, High ed Extreme. Il primo test, basato sullo scenario Deep Sea, non applica la tessellation ma fa uso di un sistema d'illuminazione e ombre marcato. Il secondo test, nuovamente fondato su Deep Sea, applica un livello di tessellation medio e riduce, anche in questo caso a livello intermedio, l'illuminazione. Il terzo test grafico, basato sullo scenario High Temple, ha un livello di tessellation medio e illuminazione ridotta. Il benchmark non sfrutta la tecnologia PhysX di NVIDIA ed anche se nei test grafici e quelli sul calcolo della fisica degli oggetti non riesce a ottenere il primo posto, sul piano delle prestazioni globali (score) la Maximus V Extreme riesce ad eccellere con un ottimo 2° posto, appena dietro la Maximus V Formula. La scelta di mantenere due slot PCI Express nativi ovviamente paga nei test grafici a singola scheda.

 

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3DMARK VANTAGE

 

Benchmark sintetico sviluppato da FutureMark, richiede obbligatoriamente la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 10 e di un sistema operativo Windows Vista o Windows 7. Il benchmark si compone di 6 distinti test: 4 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. I test si eseguono scegliendo tra 4 preset configurati da FutureMark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente, così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso. Il software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High ed Extreme. I test sono stati fatti solo nella modalità Entry, Performance e High. Anche questo benchmark rispecchia quanto visto nel precedente test. I test incentrati sulla CPU non riescono a premiare la Maximus V Extreme sebbene nel test CPU TEST2 si posiziona seconda e mantiene la posizione anche nel punteggio globale salendo sul podio appena dietro la G1.Sniper3.

 

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AIDA64

 

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Aida64 è un software prodotto dalla FinalWire che consente di monitorare il sistema fornendoci informazioni dettagliate sulla componentistica hardware. Il software comprende al suo interno un utility di bench in grado di testare memoria e le cache presenti all’interno del processore. In questo test la Maximus V Extreme riesce a mostrare i muscoli conquistando il primo posto appena davanti alla Maximus V Formula, anche se il distacco non è così evidente.

 


 

Test Compressione Dati e Multimedia

 

 

 

7Zip 9.20

 

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Questo noto software di gestione degli archivi contiene al suo interno un tool in grado di analizzare le prestazioni di sistema, riportando un valore espresso in MIPS (Million Istruction for Second). Il test comprende compressione, decompressione e valore generale. Sebbene nel test di compressione la Maximus V Extreme riesce a fare la differenza, nel punteggio globale è superata dalla G1.Sniper 3 della Gigabyte che è vincente nel test di decompressione.

 

WinRAR 4.01 e 4.10beta

 

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Famoso software di compressione e decompressione di archivi di dati. Al suo interno è presente una utility di benchmark che comprime un file standard atto a tale scopo; il software provvede a restituire il valore di compressione espresso in KB/s. In entrambe le due versioni la Maximus V Extreme non riesce a primeggiare sebbene la sorella Maximus V Formulariesce a conquistare il podio.

 

Cinebench 10

 

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Software prodotti dalla Maxon che permettono, tramite l’elaborazione di immagini e di contenuti tridimensionali, di testare le performance della CPU. Entrambe le release permettono il test della CPU utilizzando un core singolo oppure tutti i core presenti all’interno del processore. In entrambe le due versioni la Maximus V Extreme riesce a mantenere il 2° posto.

 

Cinebench 11.5

 

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Software prodotti dalla Maxon che permettono, tramite l’elaborazione di immagini e di contenuti tridimensionali, di testare le performance della CPU. Entrambe le release permettono il test della CPU utilizzando un core singolo oppure tutti i core presenti all’interno del processore. Quest’ultima release utilizza il motore di rendering Cinema 4D.

 

X264 Benchmark HD 3.0

 

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Software in grado di misurare le performance della CPU mediante la codifica video x264. Sebbene la regina si dimostra essere la G1.Sniper 3, la Maximus V Extreme riesce a strappare il secondo posto alla sorella, seppur con una differenza esigua.

 

Handbrake 0.9.5

 

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Software di transcodifica video multithreading con il quale trasformeremo un file (film) in MP4; il processo comprende codifica video x264, codifica audio FAAC e mux finale in contenitore MP4. Verrà preso in considerazione il tempo impiegato dalla CPU per svolgere questo compito. Le prime 3 posizioni rimangono invariate come nel test precedente.

 


 

Test USB

 

In questa sezione vi proponiamo le velocità di trasferimento rilevate sia sulle porte USB 2.0 che su quelle più performanti USB 3.0. Dato che la Maximus V Extreme è dotata di 2 controller USB 3.0, abbiamo effettuato i test sia sulle porte USB 3.0 controllate dal chipset Intel che sulle porte controllate dal secondo controller ASMedia. Per la rilevazione abbiamo scelto due tool che vanno per la maggiore, ormai conosciuti e adottati come standard di fatto: ATTO e CrystalDiskMark. I test sono effettuati con il pen drive Kingston DT Ultimate 64GB.

 

TEST su porte USB 2.0

 

ATTO USB2  Crystal USB2

 

Test su porte USB 3.0

 

 

Turbo ON

 

Controller Intel                                  Controller ASMedia

 

ATTO USB3_INTEL_Turbo           ATTO USB3_ASMEDIA_Turbo

 

Crystal USB3_INTEL_Turbo  Crystal USB3_ASMEDIA_Turbo

 

 

Turbo OFF

 

ATTO USB3_INTEL_noTurbo  ATTO USB3_ASMEDIA_noTurbo

 

Crystal USB3_INTEL_noTurbo  Crystal USB3_ASMEDIA_noTurbo

 

I risultati evidenziano un comportamento abbastanza equiparato tra i due controller mentre l’effetto del Turbo è piuttosto ambiguo: migliora le prestazioni in scrittura ma diminuisce quelle in lettura.

 


 

Overclock

 

Abbiamo eseguito due test di overclock suddivisi per tipologia di raffreddamento utilizzato. Il primo utilizzando l’impianto di raffreddamento a liquido specificato di seguito e volto a ricercare la massima frequenza da poter mantenere in daily-use avendo un occhio di riguardo per le temperature che, vista la stagione estiva al termine, si mantengono discretamente alte. A tal fine, per incrementare il carico elaborativo del processore, abbiamo utilizzato il noto programma LinX che si basa sulle librerie LinPack di Intel, aggiornando le stesse all’ultima versione.

 

Componenti Liquid Cooling

 

Come si evince dalla tabella, il tipo di impianto di raffreddamento a liquido è modulare e di tipo professionale.

 

Daily LinX_4700

 

Siamo riusciti a concludere i 10 cicli di test alla frequenza di 4700 MHz. Limitati dalle temperature africane e sebbene la frequenza sia più bassa di quelle di screen postati in precedenti recensioni, soffermatevi sul valore computazionale di picco, ben 106,60 GFlops, valore di tutto rispetto a tale frequenza, conseguenza dell’ottimo lavoro svolto sia da Intel sul processore Ivy Bridge, che ne ha potenziato l’ALU, sia dell’ottima sezione di alimentazione della Maximus V Extreme progettata per funzionare a ben più alte frequenze e temperature. Sempre utilizzando come raffreddamento a liquido abbiamo effettuato qualche test di overclock. Dal punto di vista sulla capacità di sfruttare le memorie, non c’è dubbio la Asus si è comportata più che egregiamente dimostrandosi stabilissima. Ribadiamo che stiamo operando sotto raffreddamento a liquido e che le memorie sono raffreddate esclusivamente ad aria.

 

OC Spi_1M_2800_12-13-13-33_1T_1656v

 


Maggiori informazioni sull'overclock delle memorie potrete trovarle nella recensione delle Corsair Dominator Platinum

Vediamo come si è comportata la Maximus V Extreme sul versante della stabilità del BCLK ad operare fuori frequenza:

 

OC Spi_1M_Bclk_109 OC Spi_4M_Bclk_109

 

 

109 MHz di bclk per la Maximus V Extreme, un risultato senza dubbio lodevole. Passiamo ora a test più impegnativi. Chi ci segue sa bene che ci piace testare le schede madri portandole ai limiti consentiti dal sistema di raffreddamento in possesso. A tal fine ci siamo avvalsi di un sistema con compressore a doppio stadio in gergo Cascade (appunto a cascata) realizzato dalla ditta Dimastech di Brescia, che ci ha permesso di far scendere la temperatura di parecchi gradi sotto lo zero. Le temperature sono state rilevate tramite sonda con un termometro digitale della Voltcraft modello K101.

 

OC Spi1M_5965_2770

 

Nel primo screen abbiamo verificato la stabilità della Maximus V Extreme nel salire di frequenza sul comparto RAM, mentre nel secondo screen ci siamo concentrati sul processore ove trovata la frequenza massima siamo intervenuti anche sulle RAM aumentando la frequenza delle stesse. I test sono stati convalidati dall’esecuzione del noto tool SuperPi utilizzato soprattutto in ambito competitivo a livello mondiale e consiste nella ricerca del Pi. E’ stato scelto il test da 1 Mega. Vogliamo sottolineare a tale riguardo che i “tempi” postati negli screen ossia i risultati raggiunti sono volti ad verificare esclusivamente la stabilità della scheda a quella data frequenza. Altro aspetto che ci sentiamo di sottolineare sono le frequenze raggiunte e soprattutto i voltaggi. Ricordiamo che chi esegue la pratica dell’overclock lo fa a proprio rischio e chiaramente con tale pratica invalida la garanzia del produttore con il rischio di danneggiare i componenti. Sconsigliamo chi non è pratico del settore e non ha un sistema di raffreddamento adatto come Cascade oppure ad azoto liquido, di cimentarsi nella pratica dell’overclock estremo. La facilità con cui siamo riusciti a salire di frequenza e le ottime frequenze raggiunte non fanno altro che confermare la devozione della serie ROG alla pratica dell’overclock. Non ci è stato concesso di effettuare test ad azoto liquido, ma siamo sicuri che la Maximus V Extreme non deluderà neanche sotto questo aspetto, come d’altra parte non ci ha deluso neanche la piccola Maximus V Gene.

 

 


 

Consumi e Temperature

 

Avvalendoci dei punti di lettura disponibili sul PCB della Maximus V Extreme abbiamo rilevato la stabilità delle tensioni sotto carico tramite LinX utilizzando come riferimento per tutte le schede la frequenza di 4800 MHz. Ovviamente per superare il test con LinX dei 10 cicli con un quantitativo di memoria di 4096MB ogni scheda ha richiesto da BIOS un determinato voltaggio. Al fine di porre sullo stesso piano le schede e verificare la loro capacità di stabilizzare il Vcore erogato riducendo al minimo il Vdroop, siamo intervenuti sul LoadLineCalibration settandolo al massimo. Il profilo LLC Extreme per questa scheda madre è davvero estremo, comportando un consistente overvolt sotto carico; sconsigliamo pertanto per un overclock quotidiano di utilizzare tale settaggio in quanto comporta una notevole produzione di calore nonché un maggiore stress del processore. Abbiamo comparato le schede rilevando le variazioni di tensione sotto carico, nonché il valore in GFlops di picco generato per ognuna. Abbiamo inoltre misurato i consumi del sistema per valutare l’efficienza delle fasi di alimentazione. Ricordiamo che l’importanza del circuito di alimentazione è direttamente proporzionale alla capacità computazionale espressa da LinX, poiché a determinate frequenze limite, il processore assorbe un elevato quantitativo di corrente e se la sezione di alimentazione della motherboard non riesce a far fronte alla richiesta di corrente, il valore computazionale di LinX rimane basso. Di solito su molte altre schede madri con una sezione di alimentazione non all’altezza, per cercare di chiudere il test ad una data frequenza, si aumenta il voltaggio applicato al processore (Vcore), ma ci si scontra con il problema della temperatura. Per i test è stata scelta una frequenza target con un voltaggio comune con cui eseguire il test di LinX. Di seguito la tabella riepilogativa dei risultati ottenuti:

 tabella

Come si può notare i consumi sono comparabili a quelli della Maximus V Formula e abbastanza inferiori a quelli della G1.Sniper3. Nonostante la presenza dello switch PLX come per il modello di punta di casa GIGABYTE, in questo caso esso è disabilitato in configurazione singola scheda e quindi non va ad influire sul consumo. Da notare l'overvolt applicato con il profilo LLC Extreme. Buone inoltre le temperature delle fasi, grazie al generoso sistema di alimentazione dotato di heatpipe.


 

Conclusioni

 

 oro overclockperformance

 

Confezione   5 stelle - copia 2
Prestazioni  5 stelle - copia 2 
Estetica  5 stelle - copia 2 
Materiali  5 stelle - copia 2 
Rapporto qualità/prezzo  4 stelle 
Complessivo  5 stelle - copia 2 

 

 

Siamo rimasti compiaciuti dall’ottimo lavoro che da sempre ASUS presenta nei propri prodotti, specialmente su quelli della serie ROG – Republic of Gamers. La ASUS MAXIMUS V EXTREME, in quanto modello di punta per la serie di processori con socket LGA 1155 si è dimostrata una scheda stabile sia nell’overclock medio che nell’utilizzo di overclock estremo. Come soluzioni proprietarie è dotata delle tecnologie più avanzate come per esempio i controlli esterni grazie alla soluzione Rog Connect (si può, a mezzo di un apposito cavo, utilizzare un secondo PC/Portatile per monitorare e modificare in tempo reale le tensioni) oppure con la OC-KEY inclusa nella confezione si possono modificare i parametri di funzionamento visualizzabili in sovraimpressione mentre è in esecuzione un test. Tutte queste tecnologie fanno da contorno e offrono una marcia in più se si vogliono raggiungere traguardi estremi con risultati mondiali riuscendo a spremere fino all’ultimo Megahertz i nostri componenti. Altro valore aggiunto, che consente un notevole risparmio di denaro, è dato dalla tecnologia Subzero Sense con cui troviamo sul PCB della scheda madre la presenza di 2 ingressi per sonde termiche con cui monitorare la temperatura anche di parecchi gradi sotto lo zero, senza dover acquistare termometri esterni. La presenza del doppio BIOS ci mette al riparo da qualsiasi inconveniente che possa capitare dopo un’errata operazione di flashing, ma non solo, può essere utile per esempio per salvare un’ulteriore configurazione richiamabile con l’apposito pulsante prima dell’avvio, ma in questo caso ci viene in aiuto il pulsante Go-Button che corrisponde nel BIOS ad un profilo che possiamo personalizzare ed all’uopo richiamare. Altro aspetto positivo viene in gioco dall’esperienza ASUS che grazie ad un BIOS molto dettagliato permette una gestione accurata della memoria. Viceversa invece abbiamo riscontrato con il settingsLLC Extreme un’erogazione maggiore di voltaggio anche del 10% rispetto a quanto impostato da BIOS, per esempio sul Vcore, sul Vcsa ed anche sulle RAM. E’ vero che se si utilizza la scheda per l’overclock spinto, che poi è nata ed è stata progettata per questo, si utilizzano sistemi di raffreddamento molto efficienti come l’Azoto liquido e il fattore temperatura occupa un livello di secondo piano, ma con voltaggi particolarmente alti o per meglio dire al limite, ciò potrebbe causare il danneggiamento del componente se non si tiene conto del fattore del voltaggio effettivo erogato. Occorre quindi molta consapevolezza e prudenza sui parametri impostati da BIOS, sia per gli utenti Enthusiast che per gli Overclockers più accaniti, perché se questa scheda permette di andare davvero oltre ogni limite, in alcuni casi, superarlo può essere pericoloso. Per il resto, decisamente alto il prezzo di vendita in Italia di questo gioiellino. Nel momento in cui scriviamo possiamo acquistarla ad un prezzo di circa 340 Euro. Pensate, allo stesso prezzo anche se più vecchia come data d’immissione sul mercato, ma di fatto anche più longeva per prospettive di aggiornamento future, si trova il modello top di gamma per la piattaforma di fascia superiore LGA 2011: la Rampage IV Extreme. Dobbiamo però sottolineare che chi desidera il meglio e quanto di più performante ed affidabile offra il mercato, di certo non guarda l’aspetto costo ed è più che felice di accaparrarsela data la completezza ed il livello del prodotto di cui vi abbiamo appena parlato. L’overclock estremo con le CPU Ivy Bridge può regalare grandi soddisfazioni e la Maximus V Extreme è una degna compagna di una CPU da record.

 

PRO

  • Soluzioni avanzate per l’Overclock
  • Subzero-Sense: ingressi per 2 sonde per la misurazione della temperatura anche sotto zero
  • Rog-Connect: parametri gestibili da remoto
  • Estremamente stabile
  • Overclock delle memorie

 

CONTRO

  • Prezzo elevato

 

Un ringraziamento va ad ASUS per l’esemplare fornito in test.

Valter d’Attoma

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